” Piangere non ha età “
La bellezza di ritornare bambini…tra autenticità e consapevolezza.
Benvenuti nel mio diario!
La riflessione di oggi nasce da una meditazione profonda ed attenta sull’animo umano. Secondo voi c’è un età per piangere?
Sentiamo spesso piangere bambini ma raramente un adulto esprime liberamente questo sentimento, spesso se ne vergogna non solo quando è in compagnia ma anche in solitudine, e quando lo fa cerca immediatamente di risollevarsi a volte chiedendo addirittura scusa per l’accaduto, considerandolo motivo di sconfitta e debolezza. Ma considerando che si cresce proprio tornando bambini, l’età nulla a che vedere con la maturità e la consapevolezza interiore, se non è accompagnata da un percorso autentico che ci riporti alle origini.
La società di oggi pretende di volerci forti e invincibili, sempre sorridenti e al top, e in questa dinamica sociale competitiva, in cui ognuno gareggia per essere migliore dell’altro e per avere più consensi, l’uomo risulta sempre più alienato, e sempre più accade che dinanzi alle sofferenze interiori è solito sentire espressioni del tipo “ma cosa vuoi che sia non è accaduto nulla” oppure “fatti scivolare le cose addosso, sei forte, da te mi aspettavo più coraggio” o ancora “non hai l’età per piangere sei grande, ancora piangi per certe cose!”. Questo atteggiamento comporta nella maggior parte dei casi una repressione degli stati d’animo negativi, con l’errore di assecondare qualcuno che ha preferito le parole dell’anaffettività a quelle dell’amore e che per questo non va in alcun modo preso come modello di riferimento. Reagire a tali parole scambiando l’anaffettività con l’incoraggiamento accentuerebbe il malessere interiore della persona che le riceve creandole un grande vuoto e causando un insano atteggiamento di rivincita, istrionico e competitivo, per il quale non ha più importanza quel che vogliamo davvero ma conta solo il traguardo che si vuol dimostrare di aver raggiunto.
Quindi…che conseguenze comporta a lungo andare reprimere stati d’animo tristi? Pensiamoci se le stagioni non si alternassero e fosse sempre estate, non pioverebbe mai e non ci sarebbe più vegetazione dunque non ci sarebbe più vita. La stessa cosa accadrebbe all’animo umano. Diverrebbe arido e senza frutti.
Andando ancor più in profondità San Domenico sosteneva che “Il seme della salvezza è seminato nelle lacrime”. Senza il pianto liberatorio della redenzione dunque non ci si libera dal peccato. Per una vera crescita interiore e spirituale è fondamentale attraversare la sofferenza e il dolore, per rinascere e trasmutare le lacrime in libertà.
Valentina Grimaldi
9/01/2025
“Tra i rumori del mondo fermarsi a pensare è spaventoso, ma non farlo lo è ancor di più”
(Valentina Grimaldi)
Riflessione
Il mio diario dei pensieri nasce con l’intento di proporvi una raccolta di mie riflessioni, volte a dedicare un po’ del mio e del vostro tempo al silenzio, all’introspezione, alla preghiera, all’ascolto affinché le futili distrazioni, il rumore e la frenesia che opprimono ormai senza sosta la società odierna, non spengano il fuoco delle coscienze.
Come sostengo nella citazione con cui ho iniziato la prima pagina del mio diario fermarsi a pensare può essere spaventoso, perché ci induce a guardarci dentro, a riconoscere i nostri limiti, le nostre sofferenze, le nostre paure più profonde; questo è vero! Ma dove ci sta portando invece la soluzione opposta? Non genera forse tutto questo trambusto, solo odio e divisioni mascherate dal “tutto bene” del non pensare? Dunque non è ancor più spaventoso non pensare affatto?
19/08/2024